Tratto da Vivere Light, edizione Aprile 2016. Intervistata la Dott.ssa Maria Antonietta Fusco Ph.D Biomeccanica Medica – Ideatrice e Responsabile delle Ricerca clinica del Metodo KS.
Intervista alla Dott.ssa Maria Antonietta Fusco
Incontriamo la donna che ha rivoluzionato il mondo della fisiatria e dell’ortopedia con una metodologia coperta da 2 brevetti internazionali riconosciuti negli USA
Il piede è un organo estremamente importante per il funzionamento del nostro organismo. Da esso dipende la postura, il movimento, ma anche una indispensabile funzione vascolare. A tal proposito, è assolutamente necessario mantenere intatta la sua elasticità, flessibilità e adattabilità ad ogni tipo di terreno per poter svolgere appieno le sue molteplici funzioni.
E questo la Dottoressa Maria Antonietta Fusco lo sa bene. Docente presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Palermo – Chieti e ideatrice del metodo KS, ha passato la sua vita tra studi, ricerche e soddisfazioni personali, ottenendo negli USA, due brevetti internazionali per l’invenzione di una metodologia clinica innovativa con l’introduzione del plantare attivo Ks.
Il “mio metodo”, spiega la Fusco, ha costituito una vera e propria rivoluzione in campo ortopedico e fisiatrico.
“Per prima in assoluto ho ipotizzato e poi dimostrato che la stimolazione della pianta del piede, attraverso l’uso di un plantare con una metodologia clinica innovativa, è uno strumento in grado di modellare la postura, capace di interferire con la percezione del dolore, con l’attività tonica di arti inferiori e colonna, con i meccanismi dell’equilibrio, permettendo ai pazienti di vivere senza sofferenza”.
L’abbiamo intervistata per saperne di più.
La nascita del plantare attivo Ks
Come mai una cardiologa, dopo 27 anni di carriera, decide di abbandonare l’attività ospedaliera per avventurarsi in sperimentazioni considerate all’epoca “folli”?
Circa 16 anni fa frequentai un Master triennale di Flebologia, in cui si diede molta importanza alla funzione di pompa degli arti inferiori che permette la risalita del sangue venoso verso il cuore e che inizia proprio nella pianta dei piedi. Un collega tedesco mi parlò dell’importanza di alcuni chinesiologi che a Passau, stazione termale del sud della Germania, usavano valutare la pianta del piede e la dove erano evidenti delle alterazioni, opponevano piccoli feltrini. La cosa mi incuriosì moltissimo e dicessi di andare a vedere sul posto.
Introdussi tale pratica nella mia attività ambulatoriale, in modo del tutto empirico, con l’intento semplicemente di procurare benessere ai miei pazienti con problemi di circolazione.
La svolta con risultati evidenti nella riduzione di mal di schiena e cefalea
All’inizio applicavo dei semplici feltrini sui classici plantari da supermercato, accontentandomi dei minimi risultati che tale pratica poteva assicurare.
La svolta avvenne quando alcuni pazienti mi riferirono che avevano notato con l’utilizzo costante di tali feltrini una riduzione del mal di schiena mattutino.
Una signora addirittura mi disse che le si erano drasticamente ridotti tutti gli episodi di cefalea di cui soffriva da anni. La cosa mi impressionò non poco, perché non avrei mai immaginato che qualcosa che veniva fatto per migliorare la circolazione venosa periferica potesse funzionare sull’apparato locomotore.
Com’è nata l’idea del plantare Ks?
Dovevo creare un mezzo terapeutico che potesse interagire con le terminazioni nervose cutanee della pianta del piede e che potesse essere riconosciuto dall’organismo come parte integrante del suo sistema biologico. Era indispensabile, inoltre, che fosse ben tollerato anche dei piedi dolenti, artrosici o artritici, che non creasse un grande ingombro nelle calzature, che fosse Inoltre anche gradevole alla vista e al tatto.
Dovevo poi scegliere un materiale capace di interagire con le terminazioni nervose e al tempo stesso di sviluppare una forza elastica. Doveva essere un materiale che potesse deformarsi sotto l’azione di una forza esterna, ad esempio la pressione esercitata dal corpo durante la fase di appoggio del piede, ma che potesse altresì riprendere la propria configurazione primitiva al cessare di tale pressione. La foggia abituale dei plantari classici, soprattutto di quelli di largo consumo, riempie tutto lo spazio occupato dal piede nella scarpa; vanno, cioè dal calcagno alle dita. Ma la ricerca scientifica ha dimostrato che si ottiene una maggiore attivazione neuro-recettoriale se diminuisce la superficie di appoggio.
Decisi allora di creare uno strumento che permettesse un contatto solo sulla pianta del piede, lasciando libere le dita. Insomma, niente è stato lasciato al caso.
Il plantare Attivo Ks: funzione e benefici
Com’è composto il suo plantare?
Il plantare attivo KS è costituito con uno strato di Caucciù naturale e uno di Alcantara, presentando al suo interno sette sacche, ognuna posizionata in corrispondenza delle inserzioni muscolari. A seconda della necessità di ogni singolo paziente, previo il riconoscimento delle zone di malfunzione neurorecettoriale, si provvede ad attivare la stimolazione di quella zona, riempiendo la sacca corrispondente. Così attivato, il plantare KS, una volta indossato, esercita un massaggio continuo in senso verticale sulla pianta del piede, stimolando la muscolatura estensoria dell’intero organismo.
Da qui il nome di “Plantare ATTIVO KS” dato a questo prodotto: non più un supporto passivo per il piede, ma uno stimolatore continuo neurorecettoriale capace di interagire con l’intera organizzazione dell’apparato locomotore attraverso l’innesco di circuiti riflessi neuronali per tutto il corpo.
Quali sono i reali benefici del plantare Ks?
Quando sono passata dall’uso dei feltrini all’uso dei plantari veri e propri e all’utilizzo di questi ultimi materiali, ho scoperto un nuovo mondo.
Non più solo la sensazione soggettiva di maggiore benessere da parte dei miei pazienti ma vere e proprie modificazione architettoniche dell’organismo, con recupero di posture più corrette accompagnate sempre da una riduzione significativa del dolore.
E tali modificazioni avvenivano senza limiti di età, sia nei giovani che negli anziani.
Un rimedio universale
È veramente un metodo diverso: normalmente per il mal di schiena si prescrivono farmaci, ginnastica o massaggi.
Sono stata la prima ad ipotizzare ed applicare in modo continuativo delle sollecitazioni elastiche in punti ben determinati della pianta dei piedi per finalità terapeutiche, dimostrando così di ottenere un rinforzo del tono del tessuto con una contemporanea riduzione delle tensioni muscolari croniche e forte riduzione, spesso anche con la scomparsa del dolore. Ma non si elimina solo il dolore, migliora anche l’allineamento dell’intero organismo.
L’assoluta personalizzazione delle ortesi plantare è possibile grazie a questo metodo che ne ha permesso il successo terapeutico.
Gli esperti consigliano
I plantari Ks Medical come terapia innovativa
Ottimi e duraturi risultati si ottengono con l’utilizzo dei plantari Ks Medical di utilissima generazione. Parte della sintomatologia dolorosa riferita all’ambito ortopedico può essere prevenuta, alleviata o addirittura eliminata con un trattamento mirato atto ad un uso prolungato di solette studiate per dare dei benefici a tutto il nostro corpo.
Per questo, gli esperti consigliano l’utilizzo dei plantari KS che svolgono una sollecitazione neurosensoriale della pianta dei piedi che eliminano il dolore poiché riallineano l’intero organismo, restituendo maggiore elasticità a tutta la colonna vertebrale. Medici, sportivi e persone comuni, hanno tratto benefici da questa straordinaria tecnologia. Molti di loro, grazie alla riduzione del dolore e delle sollecitazioni, sono riusciti a riprendere le attività sportive o, in alcuni casi, le normali attività quotidiane.
Per tale motivo, la vostra colonna vertebrale proverà una sensazione di benessere se all’interno delle vostre scarpe avrete i plantari KS, completamente a marchio MADE IN ITALY, riconosciuti come Dispositivo Medico di Classe 1 nel rispetto delle più recenti direttive europee e coperti da due brevetti internazionali U.S.A. per l’invenzione di una metodologia clinica completamente innovativa.